Mi è capitato e mi capita (capita un po’ a tanti di noi) per motivi di lavoro, di studio o per una semplice vacanza di trovarmi solo in una grande città, in uno di quei luoghi che definiamo metropoli e nel quale ci muoviamo con il disagio di chi non conosce gli spazi, la gente, a volte neppure la lingua.
È allora che si avverte una strana inquietudine che a tratti, quando l’entusiasmo scema, quando la stanchezza subdolamente ci avvolge, quando i pensieri della nostra solitudine corrono alle nostre case, diventa angoscia: ci accorgiamo che la città si impadronisce di noi, ci attira e ci respinge allo stesso tempo, ci spoglia, giù, sino nell’intimo.
Nascono così questi “Nudi Urbani”; immagini di noi-solitari fusi negli edifici, nei neon, nei mattoni che si fanno pelle. Inutile cercare particolari identità in questi corpi perché siamo noi stessi, uomini-donne avvolti nella metropoli.
Nota tecnica: queste immagini sono state realizzate direttamente in ripresa; non sono cioè frutto di alcuna elaborazione elettronica né manipolazione di camera oscura. Sono state eseguite in quattro differenti periodi tra il 1980 e il 1987.